Di Catullo si sono conservati 116 carmi raccolti in un liber, da lui denominato nel carme I “libellus“.
L’opera risulta divisa in tre gruppi:
- primo gruppo (I-LX): raccoglie carmi brevi, definiti nugae “cose da poco, passatempi”, in metri vari, soprattutto endecasillabi faleci, trimetri giambici, scazonti e strofe saffiche;
- secondo gruppo (LXI-LXVIII): raccoglie i carmina docta, composizioni più estese e di maggiore impegno stilistico e tematico;
- terzo gruppo (LXIX-CXVI): raccoglie gli epigrammi, tutti in distici elegiaci.
I carmi brevi del primo gruppo, cui possiamo aggiungere anche gli epigrammi, sono quelli maggiormenti legati alla cosidddetta “rivoluzione neoterica”, di cui, come si è detto nella Vita, Catullo fu il maggiore esponente. I “poeti nuovi” si pongono in contrasto con la tradizione letteraria latina impersonificata da Ennio, a favore invece di una poesia nuova, ispirata alla cultura alessandrina, in particolare a Callimaco, dotto poeta ellinistico.
La poesia neoterica presenta le seguenti caratteristiche:
- brevità: i componimenti devono essere brevi, ma rifiniti con la massima cura ed eleganza, secondo un sapiente uso del labor limae;
- dottrina: la poesia diventa dotta con eruditi riferimenti mitologici;
- stili metrici vari: la poesia neoterica predilige l’interesse per la sperimentazione metrica, con l’uso di metri ricercati e raffinati;
- temi disimpegnati: la poesia neoterica si caratterizza per componimenti legati alla dimensione privata, in cui semplici occasioni di vita quotidiana introducono a temi quali l’amore, l’amicizia, la cultura e la poesia stessa.
Dottrina e un alto livello stilistico sono maggiormente riconosciuti nel gruppo dei carmina docta. Alcuni di questi componimenti appartengono al genere dell’epillio, un poemetto breve avente come tema generalmente vicende mitologiche amorose. I carmina docta più importanti sono:
- carme 64: un epillio in esametri che tratta il mito delle nozze di Peleo e Teti con una digressione sulla storia dell’abbandono di Arianna a Nasso da parte di Teseo;
- carme 63: un epillio trattante il mito di Attis, giovane frigio che si priva della propria virilità per diventare sacerdote di Cibele;
- carme 61 e carme 62: sono epitalami, cioè canti nuziali, il primo dei quali fu composto in occasione del matrimonio tra Lucio Manlio Torquato e Vibia Aurunculeia;
- carme 66: si tratta di una libera traduzione in versi latini di una famosa elegia di Callimaco, nota come Chioma di Berenice, giunta a noi in forma frammentaria;
- carme 68: tratta dei temi principali della poesia di Callimaco, quale l’amore per Lesbia, l’amicizia, il ricordo del fratello morto, lasciando spazio anche a dotti riferimenti mitologici.