Le proposizioni interrogative indirette sono subordinate che esprimono una domanda o un dubbio in forma indiretta.
Si costruiscono sempre con il modo congiuntivo e seguono le norme generali della consecutio temporum.
Le interrogative indirette si distinguono in:
- semplici, quando sono formate da una solo proposizione;
- disgiuntive, quando sono formate da due o più proposizioni che si escludono a vicenda.
Possono essere introdotte da pronomi, aggettivi o avverbi interrogativi oppure dalle particelle interrogative -ne, num, nonne:
- -ne (unita al predicato verbale) e num si utilizzano se si prevede una risposta incerta;
- num si utilizza per esprimere una certezza negativa con risposta retorica negativa;
- nonne si utilizza per esprimere una certezza positiva con risposta retorica positiva.
Per le espressioni che esprimono dubbio o incertezza vengono usate le seguenti particelle:
- an se si prevede una risposta positiva;
- an non se si prevede una risposta negativa.
Le interrogative disgiuntive sono costituite da due o più membri, ciascuno dei quali è introdotto dalle seguenti particelle interrogative:
- primo membro: utrum
- secondo membro: an (o)
- primo membro: -ne
- secondo membro: an (o)
- primo membro:/
- secondo membro: an (o)
- primo membro:/
- secondo membro: -ne (o)
Per la forma abbreviata dell’interrogativa indiretta disgiuntiva (“o no”) si utilizza necne.