TraduzioniCategoria: LatinoSvetonio – De vita Caesarum – Divo Vespasiano- IV
Rina ha chiesto 7 anni fa

Claudio principe Narcissi gratia legatus legionis in Germaniam missus est; inde in Britanniam translatus tricies cum hoste conflixit. Duas validissimas gentes superque viginti oppida et insulam Vectem Britanniae proximan in dicionem redegit, partim Auli Plautii legati consularis, partim Claudi ipsius ductu. Quare triumphalia ornamenta et in brevi spatio duplex sacerdotium accepit, praeterea consulatum, quem gessit per duos novissimos anni menses. Medium tempus ad proconsulatum usque in otio secessuque egit, Agrippinam timens potentem adhuc apud filium et defuncti quoque Narcissi amici perosam. Exim sortitus Africam, integerrime nec sine magna dignatione administravit, nisi quod Hadrumeti seditione quadam rapa in eum iacta sunt. Rediit certe nihilo opulentior, ut qui, prope labefactata iam fide, omnia praedia fratri obligaret necessariosque ad mangonicos quaestus sustinendae dignitatis causa descenderit; propte quod vulgo mulio vocabatur. Convictus quoque dicitur ducenta sestertia expressisse iuveni, cui latum clavum adversus patris voluntatem impetraverat, eoque nomine graviter increpitus. Peregrinatione Achaica inter comites Neronis, cum cantante eo aut discederet saepius aut praesens obdormisceret, gravissimam contraxit offensam, prohibitusque non contubernio modo sed etiam publica salutatione, secessit in parvam ac deviam civitatem, quod latenti etiamque extrema metuenti provincia cum exercitu oblata est. Percrebruerat Oriente toto vetus et constans opinio, esse in fatis ut eo tempore Iudaea profecti rerum potirentur. Id de imperatore Romano, quantum postea eventu paruit, praedictum Iudaei ad se trahentes, rebellarunt, caesoque praeposito legatum insuper Syriae consularem suppetias ferentem, rapta aquila, fugaverunt. Ad hunc motum comprimendum cum exercitu ampliore et non instrenuo duce, cui tamen tuto tanta res committeretur, opus esset, ipse potissimum delectus est, ut et industriae expertae nec metuendus ullo modo ob humilitatem generis ac nominis. Additis igitur ad copias duabus legionibus, octo alis, cohortibus decem, atque inter legatos maiore filio assumpto, ut primum provinciam attigit, proximas quoque convertit in se, correcta statim castrorum disciplina, unoque et altero proelio tam constanter inito, ut in oppugnatione castelli lapidis ictum genu, scutoque sagittas aliquot exceperit.

Svetonio – De vita Caesarum – Divo Vespasiano- IV
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Rina ha risposto 7 anni fa

Sotto l’imperatore Claudio grazie a Narciso fu inviato come comandante di una legione in Germania; da lì trasferito in Britannia combatté trenta volte con il nemico. Conquistò due popolazioni molto forti e oltre venti città e l’isola di Vette, molto vicina alla Britannia, in parte sotto il comando del legato consolare Aulo Plauzio, in parte dello stesso Claudio. Perciò ricevette gli ornamenti trionfali e in breve tempo due sacerdozi, inoltre un consolato che esercitò per gli ultimi due mesi dell’anno. Il tempo intermedio fino al consolato lo trascorse in ozio e in ritiro, temendo Agrippina ancora influente verso il figlio e che aveva in odio l’amico di Narciso, anche morto. Poi ottenuta in sorte l’Africa l’amministrò in maniera molto integra e non senza grande considerazione, fuorché per il fatto che durante la rivolta di Adrumeto gli fu lanciata qualche rapa. Non ritornò certamente per niente più ricco, visto che, essendo ormai il suo credito rovinato poco prima, ipotecò tutte le proprietà al fratello e per sostenere la posizione sociale si abbassò a necessari guadagni mercantili; per questo era chiamato comunemente “mulattiere”. Si dice anche che fu ritenuto colpevole di aver estorto duecento sesterzi ad un giovane per il quale aveva ottenuto il laticlavio contro la volontà del padre e per tale motivo fu rimproverato gravemente. Durante il viaggio in Acaia tra il seguito di Nerone, poiché, quando quello cantava, o si allontanava troppo spesso o sebbene presente si addormentava, si procurò un’avversione gravissima e, tenuto lontano non solo dalla vita sociale ma anche dal ricevimento pubblico, si ritirò in una piccola e appartata città, finché, mentre era nascosto e temeva anche la fine, gli fu offerta una provincia con un esercito. Si era diffusa in tutto l’Oriente un’antica e costante credenza che fosse stabilito nei fati che quelli giunti in Giudea in quel momento si sarebbero impossessati di tutte le cose. I Giudei, attribuendo a se stessi la profezia che, per quanto in seguito risultò chiaro dall’evento, (riguardava) l’imperatore romano, si ribellarono e, ucciso il governatore, misero in fuga inoltre, dopo che fu sottratta l’aquila, il legato consolare della Siria che recavi aiuti.  Per reprimere questa rivolta, poiché c’era bisogno di un esercito più numeroso e di un comandante valoroso, cui tuttavia con sicurezza affidare tutta la situazione, fu designato principalmente lui stesso in quanto (uomo) di provata diligenza e non temibile in alcun modo per la modestia della famiglia e del nome. Aggiunte dunque alle truppe due legioni, otto ali di cavalleria, dieci coorti, e assunto il figlio maggiore tra i legati, non appena raggiunse la provincia, attirò a sé anche quelle vicine, dal momento che la disciplina degli accampamenti fu riformata subito, e fu intrapresa una o due battaglie tanto coraggiosamente che durante l’assedio di una fortezza ricevette un colpo di pietra al ginocchio e un certo numero di frecce sullo scudo.

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