Adversus nationes o Adversus gentes fu scritta da Arnobio intorno al 305 d.C., subito dopo le persecuzioni di Diocleziano e poco prima dell’emanazione dell’editto di Costantino.

L’opera si compone di 7 libri: i libri I e II sono rivolti alla difesa dei cristiani dall’accusa, lanciata dai pagani, di essere la causa dei mali dell’umanità; i libri III, IV e V sono una critica ai culti pagani ritenuti contraddittori e immorali; i libri VI e VII difendono i cristiani dall’accusa di empietà.

Dall’analisi dell’opera Arnobio mostra un’accurata conoscenza della cultura pagana (cultura su cui si è ampiamente formato) e una conoscenza molto più approssimativa, spesso confusa e stravolta, della tradizione cristiana e delle Sacre Scritture. Solo per fare qualche esempio: l’anima non è stata creata da Dio e non sempre è immortale, Cristo è subordinato al Padre, il Vecchio Testamento è una favola giudaica. In realtà, è giusto dire che Arnobio visse tra il II e il III secolo d.C, periodo in cui una vera e proprio ortodossia cristiana non esisteva ancora, e dunque le sue idee appaiono come il frutto di un’elaborazione personale, basata sostanzialmente su una tradizione filosofica platonica e stoica.

Lo stile di Arnobio è quello tipico del retore, con un linguaggio elegante e letterario, spesso ironico e realistico, talvolta comico e satiresco.

Arnobio – Opere
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