Le proposizioni interrogative dirette pongono una domanda ed esprimono una richiesta; alla fine recano sempre il punto interrogativo, che in greco corrisponde al punto e virgola (;).
Per quanto riguarda i verbi vogliono:
- l’indicativo, per un fatto reale;
- l’indicativo di un tempo storico in unione con ἄν, per un fatto potenziale nel passato e irreale nel presente o nel passato;
- l’ottativo in unione con ἄν, per un fatto potenziale nel presente e nel futuro;
- congiuntivo dubitativo.
Le interrogative si distinguono in:
- semplici, quando sono formate da una sola proposizione;
- disgiuntive, quando sono formate da due o più proposizioni che si escludono a vicenda.
Le interrogative dirette semplici possono essere introdotte da pronomi, aggettivi o avverbi interrogativi oppure dalle seguenti particelle interrogative:
- ἦ, ἆρα, se la domanda è reale;
- οὐ, ἆρ’ οὐ, οὐκοῦν, per esprimere una certezza positiva con risposta retorica positiva;
- μή, ἆρα μή, μῶν, per esprimere una certezza negativa con risposta retorica negativa.
Le interrogative dirette disgiuntive sono introdotte dalle seguenti particelle interrogative:
- primo membro: πότερον (πότερα)
- secondo membro: ἤ
- primo membro: ἆρα
- secondo membro: ἤ
Per la forma abbreviata dell’interrogativa diretta disgiuntiva (“o no”) si utilizzano ἤ οὔ oppure ἤ μή.