L’ottativo è il modo del desiderio.

L’ottativo può essere indipendente, quando è utilizzato nelle frasi principali, o dipendente, quando è utilizzato nelle frasi subordinate.

L’ottativo è interessato dalla consecutio modorum, secondo la quale la proposizione che dipende da un tempo storico (imperfetto, aoristo, piuccheperfetto) o da un ottativo può avere il cosiddetto ottativo obliquo, in sostituzione dell’indicativo o del congiuntivo.

Da solo e talvolta preceduto da εἴθε, εἰ γάρ, εἰ, ὡς, ἀλλά l’ottativo esprime una proposizione desiderativa (“voglia il cielo che”, “magari”), ovvero un desiderio, un augurio, una maledizione, un’imprecazione ritenuti realizzabili.

L’ottativo insieme ad ἄν può esprimere:

  • potenzialità nel presente e nel futuro: ἄν e ottativo presente o ottativo aoristo;
  • possibilità nel presente o nel futuro.

Per l’ottativo nelle frasi subordinate vedi Sintassi del Periodo.

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