Esistono due tipologie di pronuncia del latino antico:
- classica;
- ecclesiastica.
La pronuncia classica, detta anche “restituita”, è ritenuta essere quella più vicina al latino antico; è maggiormente diffusa in Europa.
La pronuncia ecclesiastica è quella che la Chiesa ha tramandato fino a noi; è diffusa soprattutto in Italia.
Le principali differenze tra le due pronunce riguardano:
- c
- in latino classico si pronuncia /k/;
- in latino ecclesiastico si pronuncia /k/ oppure /tʃ/ davanti alle vocali “i” ed “e”;
- g
- in latino classico si pronuncia /g/;
- in latino ecclesiastico si pronuncia /g/ oppure /dʒ/ davanti alle vocali “e” ed “i”;
- h
- in latino classico si pronuncia con una leggera aspirazione;
- in latino ecclesiastico generalmente non viene pronunciata;
- gn
- in latino classico si legge /gn/;
- in latino ecclesiastico si legge /ɲ/;
- sc
- in latino classico si legge /sk/;
- in latino ecclesiastico si pronuncia /ʃ/;
- ti
- in latino classico si legge /ti/;
- in latino ecclesiastico si legge /zi/; quando la i di ti è accentata oppure quando ti è preceduto dalle consonanti s, x, t esso si pronuncia /ti/.
Nel latino ecclesiastico, inoltre, i digrammi ph, th e ch si leggono rispettivamente /f/, /t/ e /k/, mentre il gruppo gl si legge /gl/ come in “glicemia”.