La consecutio temporum è l’insieme delle norme che regolano il rapporto dei tempi verbali tra la proposizione subordinata col tempo congiuntivo e la reggente. Tali rapporti possono essere di contemporaneità, di anteriorità o di posteriorità rispetto al verbo della reggente.

In particolare:

  • se nella reggente vi è un tempo principale, nella subordinata si avrà:
    • congiuntivo presente se si vuole esprimere un rapporto di contemporaneità;
    • congiuntivo perfetto se si vuole esprimere un rapporto di anteriorità;
    • perifrastica attiva con sim, sis, … se si vuole esprimere un rapporto di posteriorità;
  • se nella reggente vi è un tempo storico, nella subordinata si avrà:
    • congiuntivo imperfetto se si vuole esprimere un rapporto di contemporaneità;
    • congiuntivo piuccheperfetto se si vuole esprimere un rapporto di anteriorità;
    • perifrastica attiva con essem, esses, … se si vuole esprimere un rapporto di posteriorità.

Quando una subordinata dipende da un’altra subordinata che ha il verbo al congiuntivo, si regola sul tempo di questa, in base alle norme della consecutio temporum esposte sopra.

Quando una subordinata dipende da un’altra subordinata che ha il verbo all’infinito presente o futuro, si regola sul tempo della proposizione che regge l’infinito.

Quando una subordinata dipende da un’altra subordinata che ha il verbo all’infinito perfetto, si regola su questo infinito, secondo le reggenze dei tempi storici.

Quando una subordinata dipende da un’altra subordinata che presenta una forma nominale del verbo (participio, gerundio, supino, gerundivo), si regola sul tempo della proposizione che regge la forma nominale del verbo. Lo stesso vale se la subordinata è retta da un aggettivo o un sostantivo.

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