Le proposizioni finali sono subordinate avverbiali che indicano il fine o scopo per cui si fa ciò che si è espresso nella proposizione reggente.

In latino si rendono con:

  • ut o (raramente uti) + congiuntivo.

In particolare, si utilizza:

  • il congiuntivo presente se nella reggente c’è un tempo principale;
  • il congiuntivo imperfetto se nella reggente c’è un tempo storico.

Se la finale è negativa è introdotta da ne.

Se la finale contiene un comparativo, è introdotta non da ut ma da quo (= ut eo “affinché con ciò”).

La finale può essere espressa anche nei seguenti modi:

  • proposizione relativa impropria (qui, quae, quod) al congiuntivo;
  • con causā o gratiā preceduti dal genitivo di un verbo al gerundio o gerundivo;
  • con ad e l’accusativo del gerundio o del gerundivo;
  • con participio futuro e talvolta presente;
  • con supino attivo dopo i verbi di movimento.

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