TraduzioniCategoria: LatinoSvetonio – De vita Caesarum – Divo Vespasiano- I
Rina ha chiesto 7 anni fa

Rebellione trium principum et caede incertum diu et quasi vagum imperium suscepit firmavitque tandem gens Flavia, obscura illa quidem ac sine ullis maiorum imaginibus, sed tamen rei publicae nequaquam paenitenda; constet licet, Domitianum cupiditatis ac saevitiae merito poenas luisse. T. Flavius Petro, municeps Reatinus, bello civili Pompeianarum partium centurio an evocatus, profugit ex Pharsalica, acie domumque se contulit, ubi deinde venia et missione impetrata coactiones argentarias factitavit. Huius filius, cognomine Sabinus, expers militiae (etsi quidam eum primipilarem, nonnulli, cum adhuc ordiens duceret, sacramento solutum per causam valitudinis tradunt) publicum quadragesimae in Asia egit; manebantque imagines a civitatibus ei positae sub hoc titulo: “Καλῶς τελωνήσαντι”. Postea faenus apud Helvetios exercuit ibique diem obiit superstitibus uxore Vespasia Polla et duobus ex ea liberis, quorum maior Sabinus ad praefecturam urbis, minor Vespasianus ad principatum usque processit. Polla, Nursiae honesto genere orta, patrem habuit Vespasium Pollionem, ter tribunum militum praefectumque castrorum, fratrem senatorem praetoriae dignitatis. Locus etiam ad sextum miliarium a Nursia Spoletium euntibus in monte summo appellatur Vespasiae, ubi Vespasiorum complura monumenta extant, magnum indicium splendoris familiae et vetustatis. Non negaverim iactatum a quibusdam Petronis patrem e regione Transpadana fuisse mancipem operarum, quae ex Umbria in Sabinos ad culturam agrorum quotannis commeare soleant; subsedisse autem in oppido Reatino, uxore ibidem ducta. Ipse ne vestigium quidem de hoc, quamvis satis curiose inquirerem, inveni.

Svetonio – De vita Caesarum – Divo Vespasiano- I
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Rina ha risposto 7 anni fa

La gens Flavia finalmente sostenne e fortificò il potere imperiale, a lungo incerto e quasi instabile a causa della rivolta e l’uccisione di tre imperatori. Quella gens (era) oscura e certamente senza alcuna figura (importante) di antenati, ma nonostante lo stato non se ne dispiacque, risulta anche che Domiziano pagò il fio per colpa della cupidigia e della crudeltà. Tito Flavio Petrone, cittadino reatino, centurione o richiamato, durante la guerra civile della fazione pompeiana, fuggì dalla battaglia di Farsalo e si trasferì in patria, dove poi ottenuto il perdono e il congedo, esercitò la professione di esattore delle vendite d’asta.  Il figlio di questo, Sabino di cognome, esente dal servizio militare (anche se alcuni raccontano che era primipilo, altri, quando ancora guidava le fila, che fu sciolto dal giuramento a causa dello stato di salute), si occupava della riscossione della pubblica imposta del quarantesimo in Asia; e restavano ritratti a lui offerti dai cittadini con questa iscrizione: “ A un esattore onestamente”. Poi esercitò il mestiere di banchiere presso gli Elvezi, e lì morì, lasciando la moglie Vespasia Polla e due figli (avuti) da quella, il maggiore dei quali Sabino giunse alla prefettura della città, il minore Vespasiano fino al principato. Polla, nata da una dignitosa famiglia di Norcia, ebbe come padre Vespasio Pollione, tre volte tribuno militare e prefetto degli accampamenti, come fratello un senatore dell’ordine pretorio. Anche un luogo, sulla sommità di una colle, a sei miglia da Norcia, andando verso Spoleto, è chiamato Vespasia, dove esistono tanti monumenti dei Vespasii, grande segno dello splendore e antichità della famiglia. Non negherei, diffusa da alcuni la cosa, che il padre di Petrone, dalla regione transpadana, fosse un locatore di operai, quelli che sono soliti spostarsi ogni anno per la coltivazione dei campi dall’Umbria alla Sabina, e che poi si fosse stabilito nella città di Rieti, dopo aver sposato una donna del posto. Io stesso non ho trovato neppure una testimonianza di questo, nonostante abbia fatto indagini con un certo impegno.

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