TraduzioniCategoria: LatinoSvetonio – De vita Caesarum – Divo Vespasiano- II
Rina ha chiesto 7 anni fa

Vespasianus natus est in Sabinis ultra Reate vico modico, cui nomen est Phalacrinae, XV. kal. Dec. vesperi, Q. Sulpicio Camerino C. Poppaeo Sabino cons., quinquennio ante quam Augustus excederet; educatus sub paterna avia Tertulla in praediis Cosanis. Quare princeps quoque et locum incunabulorum assidue frequentavit, manente villa qualis fuerat olim, ne quid scilicet oculorum consuetudini deperiret; et aviae memoriam tanto opere dilexit, ut sollemnibus ac festis diebus pocillo quoque eius argenteo potare perseveraverit. Sumpta virili toga, latum clavum, quamquam fratre adepto, diu aversatus est, nec ut tandem appeteret compelli nisi a matre potuit. Ea demum extudit magis convicio quam precibus vel auctoritate, dum eum identidem per contumeliam anteambulonem fratris appellat. Tribunatum in Thracia meruit; quaestor Cretam et Cyrenas provinciam sorte cepit; aedilitatis ac mox praeturae candidatus, illam non sine repulsa sectoque vix adeptus est loco, hanc prima statim petitione et in primis; praetor infensum senatui Gaium ne quo non genere demereretur, ludos extraordinarios pro victoria eius Germanica depoposcit, poenaeque coniuratorum addendum censuit, ut insepulti proicerentur. Egit et gratias ei apud amplissimum ordinem, quod se honore cenae dignatus esset.

Svetonio – De vita Caesarum – Divo Vespasiano- II
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Rina ha risposto 7 anni fa

Vespasiano nacque in Sabina in un umile villaggio oltre Rieti, il cui nome è Falacrine, quindici giorni prima delle Calende di dicembre, di sera, sotto i consoli Quinto Sulpicio Camerino e Caio Poppeo Sabino, cinque anni prima che Augusto morisse; fu educato sotto la tutela della nonna paterna Tertulla nei possedimenti di Cosa. Per questo motivo anche da imperatore frequentò assiduamente il luogo d’infanzia, dal momento che la villa rimase come era stata un tempo, affinché ovviamente nulla andasse perduto alla familiarità degli occhi; ed ebbe a cuore così tanto la memoria della nonna da continuare a bere durante i giorni solenni e festivi anche in una sua coppetta d’argento. Indossata la toga virile, per molto tempo fu contrario al laticlavio, sebbene il fratello l’avesse ottenuto, e non poté essere spinto a chiederlo infine se non dalla madre. Questa lo convinse finalmente più con lo scherno che con preghiere o autorità, fino al punto da chiamarlo insistentemente e per offesa “servitore” del fratello. Guadagnò il tribunato militare in Tracia; ottenne in sorte come questore la provincia di Creta e Cirene; candidato all’edilità e poi alla questura, conseguì la prima non senza un insuccesso e a stento al sesto posto, la seconda subito alla prima candidatura e tra i primi posti. Da pretore, per guadagnarsi in ogni modo il favore di Gaio, avverso al senato, chiese con insistenza giochi straordinari per la sua vittoria in Germania e stabilì come aggiunta alla pena dei congiurati che fossero abbandonati insepolti. Gli rese anche grazie presso il senato perché era stato ritenuto degno dell’onore di una cena.

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