TraduzioniCategoria: LatinoSvetonio – De vita Caesarum – Divus Iulius – I
Rina ha chiesto 7 anni fa

Annum agens sextum decimum patrem amisit; sequentibusque consulibus flamen Dialis destinatus, dimissa Cossutia, quae familia equestri sed admodum dives praetextato desponsata fuerat, Corneliam, Cinnae quater consulis filiam, duxit uxorem, ex qua illi mox Iulia nata est; neque ut repudiaret compelli a dictatore Sulla ullo modo potuit. Quare et sacerdotio et uxoris dote et gentilicis hereditatibus multatus diversarum partium habebatur, ut etiam discedere e medio et, quamquam morbo quartanae adgravante, prope per singulas noctes commutare latebras cogeretur seque ab inquisitoribus pecunia redimeret, donec per virgines Vestales perque Mamercum Aemilium et Aurelium Cottam propinquos et adfines suos veniam impetravit. Satis constat Sullam, cum deprecantibus amicissimis et ornatissimis viris aliquamdiu denegasset atque illi pertinaciter contenderent, expugnatum tandem proclamasse sive divinitus sive aliqua coniectura: “vincerent ac sibi haberent, dum modo scirent eum, quem incolumem tanto opere cuperent, quandoque optimatium partibus, quas secum simul defendissent, exitio futurum; nam Caesari multos Marios inesse”.

Svetonio – De vita Caesarum – Divus Iulius – I
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Rina ha risposto 7 anni fa

(Cesare) perse il padre quando aveva 15 anni; e l’anno seguente designato come flamine di Diale, dopo aver ripudiato Cossuzia, che, di famiglia equestre ma molto ricca, era stata promessa in matrimonio quando (lui) vestiva la toga pretesta, prese in moglie Cornelia, figlia di Cinna quattro volte console, dalla quale gli nacque presto Giulia; e in nessun modo poté essere costretto dal dittatore Silla a ripudiarla. Privato per tale motivo sia del sacerdozio sia della dote della moglie sia dei beni familiari ereditati, era considerato tra le parti avverse, tanto che fu costretto a togliersi di mezzo e, sebbene aggravasse la situazione la febbre quartana, a cambiare nascondiglio quasi ogni notte e a liberarsi col denaro da quelli che lo cercavano, fino a che grazie alle vergini Vestali e grazie a Mamerco Emilio e Aurelio Cotta parenti e suoi affini, ottenne il perdono. E’ cosa ben nota che Silla, quando lo supplicarono i (suoi) più grandi amici e uomini onoratissimi, per qualche tempo avesse rifiutato, ma quelli insistevano tenacemente (e) finalmente convinto, o per ispirazione divina o per qualche riflessione, dichiarò che l’avessero pure vinta e se lo tenessero pure, purché sapessero almeno che colui che volevano sano e salvo con così tanto sforzo, prima o poi sarebbe stato la rovina della fazione degli ottimati, che (essi) avevano difeso insieme con lui; infatti in Cesare erano presenti molti Marii.

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