TraduzioniCategoria: LatinoSvetonio – De vita Caesarum – Domiziano- IV
Rina ha chiesto 7 anni fa

Spectacula assidue magnifica et sumptuosa edidit non in amphitheatro modo, verum et in circo; ubi praeter sollemnes bigarum quadrigarumque cursus proelium etiam duplex, equestre ac pedestre, commisit; at in amphitheatro navale quoque. Nam venationes gladiatoresque et noctibus ad lychnuchos; nec virorum modo pugnas, sed et feminarum. Praeterea quaestoriis muneribus, quae olim omissa revocaverat, ita semper interfuit, ut populo potestatem faceret bina paria e suo ludo postulandi, eaque novissima aulico apparatu induceret. Ac per omne gladiatorum spectaculum ante pedes ei stabat puerulus coccinatus parvo portentosoque capite, cum quo plurimum fabulabatur, nonnumquam serio. Auditus est certe, dum ex eo quaerit “ecquid sciret, cur sibi visum esset ordinatione proxima Aegypto praeficere Maecium Rufum”. Edidit navales pugnas paene iustarum classium, effosso et circumstructo iuxta Tiberim lacu, atque inter maximos imbres perspectavit. Fecit et ludos Saeculares, computata ratione temporum at annum non quo Claudius proxime, sed quo olim Augustus ediderat; in iis circensium die, quo facilius centum missus peragerentur, singulos a septenis spatiis ad quina corripuit. Instituit et quinquennale certamen Capitolino Iovi triplex, musicum, equestre, gymnicum, et aliquanto plurium quam nunc est coronatorum. Certabant enim et prosa oratione Graece Latineque, ac praeter citharoedos chorocitharistae quoque et psilocitharistae; in stadio vero cursu etiam virgines. Certamini praesedit crepidatus purpureaque amictus toga Graecanica, capite gestans coronam auream cum effigie Iovis ac Iunonis Minervaeque; adsidentibus Diali sacerdote et collegio Flavialium pari habitu, nisi quod illorum coronis inerat et ipsius imago. Celebrabat et in Albano quotannis Quinquatria Minervae, cui collegium instituerat, ex quo sorte ducti magisterio fungerentur ederentque eximias venationes et scaenicos ludos, superque oratorum ac poetarum certamina. Congiarium populo nummorum trecenorum ter dedit, atque inter spectacula muneris largissimum epulum Septimontiali sacro: quidem, senatui equitique panariis, plebei sportellis cum obsonio distributis, initium vescendi primus fecit; dieque proximo omne genus rerum missilia sparsit, et quia pars maior intra popularia decidebat, quinquagenas tesseras in singulos cuneos equestris ac senatorii ordinis pronuntiavit.

Svetonio – De vita Caesarum – Domiziano- IV
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Rina ha risposto 7 anni fa

Faceva assiduamente allestire magnifici e sontuosi spettacoli non solo nell’anfiteatro ma anche nel circo, dove oltre alle consuete corse di bighe e quadrighe fece preparare anche un duplice combattimento, equestre e pedestre; ma anche uno navale nell’anfiteatro. (Fece allestire) infatti cacce e combattimenti di gladiatori anche di notte alla luce delle fiaccole, e non solo battaglie tra uomini ma anche tra donne. Inoltre fu sempre presente ai giochi organizzati dai questori, che dopo essere stati sospesi li aveva rinnovati, così che permetteva al popolo di richiedere due coppie dalla sua scuola di gladiatori e per ultimi li faceva presentare in equipaggiamento aulico. Inoltre durante ogni spettacolo di gladiatori stava davanti ai suoi piedi un fanciulletto vestito di scarlatto con una testa straordinariamente piccola, con il quale parlava moltissimo, talvolta di cose serie. Fu udito certamente, mentre gli chiedeva, se sapesse qualcosa sul perché gli era sembrato opportuno, nella recente nomina, mettere a capo dell’Egitto Mecio Rufo. Fece allestire battaglie navali di flotte quasi perfette, in un bacino scavato e costruito nei pressi del Tevere; stette a guardare fino alla fine anche tra tantissima pioggia. Celebrò anche i Ludi Secolari, facendo i conti dei tempi non dall’anno in cui Claudio per ultimo li aveva indetti, ma (dall’anno) in cui Augusto un tempo (li aveva celebrati); durante questi, nel giorno dei giochi circensi, affinché più facilmente si svolgessero le cento corse, accorciò ciascuna da sette giri a cinque. Istituì anche una triplice gara quinquennale, musicale, equestre, ginnica, in onore di Giove Capitolino e di premiati ce n’erano un po’ di più rispetto ad ora. Gareggiavano infatti con un’orazione in prosa in greco e in latino, e oltre ai citaredi anche i citaristi del coro e i citaristi senza accompagnamento di canto; nello stadio anche le vergini in verità (gareggiavano) durante la corsa. Presiedette alla gara calzato di sandali e avvolto da una toga di porpora alla maniera greca, portando sul capo una corona d’oro con l’effigie di Giove, di Giunone e Minerva, mentre gli sedevano accanto il sacerdote di Giove e il collegio dei Flaviali con un abbigliamento simile (al suo), se non che sulle corone di quelli si trovava anche la sua stessa immagine. Celebrava anche ogni anno ad Albano le Quinquatrie di Minerva per la quale aveva istituito un collegio, da cui quelli estratti a sorte esercitavano il controllo e preparavano straordinarie cacce e spettacoli teatrali, oltre a gare di oratori e poeti. Diede per tre volte un’elargizione al popolo di trecento sesterzi ciascuno e durante la sacra festa dei Sette Colli tra uno spettacolo e l’altro (offrì) un ricchissimo banchetto: inoltre, distribuiti panieri al senato e alla cavalleria e panierini con cibo alla plebe, per primo diede il segnale di inizio per mangiare. E il giorno dopo lanciò come doni ogni genere di cosa, e poiché la maggior parte era caduta tra i posti assegnati al popolo, promise cinquanta tessere per ogni settore dell’ordine equestre e senatorio.

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