L’antenato dell’alfabeto latino è l’alfabeto fenicio che, adottato e modificato dai Greci, si è diffuso in Magna Grecia nella seconda metà dell’VIII secolo a.C., durante la colonizzazione. Attraverso la mediazione degli Etruschi e di altre popolazioni autoctone, dall'{ln:Alfabeto greco ‘alfabeto greco} è derivato quello latino.

L’alfabeto latino reca 24 lettere, utilizzate dai Romani solo nella forma maiuscola (le minuscole verranno introdotte al tempo di Carlo Magno):

A  B  C  D  E  F  G  H  I  K  L  M  N  O  P  Q  R  S  T  U  V  X  Y  Z

In realtà, in latino, in un primo tempo il suono /v/ non esisteva e il segno “V”, pronunciato sempre /u/, poteva avere il valore di vocale o di consonante: nella parola VVA (uva o meglio uua secondo la pronuncia classica) la prima lettera ha valore di vocale, la seconda di consonante. E’ soltanto dal Cinquecento che vennero introdotti i segni “U” e “v” per distinguere i due suoni.

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