Le proposizioni dichiarative, dette anche epesegetiche o esplicative, sono subordinate che servono a chiarire e precisare il significato di un elemento della proposizione reggente. Svolgono la stessa funzione di un’apposizione o di un pronome.

In latino si rendono con:

  • quod + indicativo.

In italiano si traducono con espressioni quali “che, il fatto che, cioè che, cioè perchè”.

Le dichiarative si trovono:

  • dopo espressioni che esprimono un giudizio, come bene fit quod “è bene che”, male fit quod “è male che”, opportune fit quod “è opportuno che”, gratum est quod “è cosa gradita che”, etc.;
  • con i verba affectuum, quali gaudeo quod “godo del fatto che”, doleo quod “mi addoloro del fatto che”, indignor quod “mi indigno del fatto che”, etc.;
  • dopo i verbi praetereo “trascuro”, mitto “tralascio”, omitto “ometto” e l’espressione (huc, eo, ad id) accredit quod “(a ciò) si aggiunge il fatto che”;
  • dopo i verbi che esprimono lode (laudo “lodo”), accusa (accuso “accuso”), biasimo (reprehendo “rimprovero”), condanna (damno “condanno”), etc.;
  • in presenza di pronomi, nomi o avverbi che hanno funzione prolettica, come hoc, illud, id, sic, etc.;
  • quando si vuole segnalare il passaggio ad un altro argomento con l’espressione “riguardo al fatto che, quanto al fatto che”.

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